giovedì 21 novembre 2013

Giorno #4: Le chitarre e la pioggia - Parte 2

L'Italia è sotto la furia del Ciclone Cleopatra, come reciterebbero i migliori titoli delle peggiori testate.
Fatto sta che Cleopatra è passata a trovare anche noi e ci ha tenuto compagnia per l'intera mattinata, impedendoci di lavorare in alcun modo.


Stefano ha rischiato la vita tentando di fare qualcosa che non abbiamo ben capito all'impianto elettrico.
Quando i fulmini hanno smesso di venir fuori dalle casse monitor, dopo ora di pranzo, abbiamo potuto sistemare le chitarre di ieri e abbiamo cominciato a lavorare alle ultime rimaste.


Oggi ho un capotasto mobile vero e proprio, ma ho già grande nostalgia del capotasto umano.
Le chitarre sono andate più o meno lisce, e che mi piaccia o no, le pennate di questi giorni, con quest'intenzione qua, e non un'altra, saranno quelle che resteranno su questo disco. Questo è un pensiero che credo atterrisca chiunque entri in uno studio per incidere qualcosa da condividere poi con chiunque. Non bisogna pensarci, semplicemente bisogna far finta di suonare come le mille altre volte senza rifletterci più dì tanto.


Il discorso si fa ancora più teso quando si arriva alle voci. Dopo le chitarre abbiamo impostato la situazione voce per prepararci a domani. Per un cantautore, il discorso interpretazione è tutto, perché spesso – senza allusioni alcune al mio caso specifico – non si è avuto il dono gradito di una voce spacca-bicchieri o che ti vibra nello stomaco. L'idea di fare una voce piuttosto che un'altra, mi ha sempre donato una certa tensione. Ci sono infinite sfumature possibili: venature roche, sorrisi spontanei, sussurri, etc etc etc. Ma anche qui, la consapevolezza deve farsi da parte e l'istinto deve prendere il passo. In un modo o nell'altro ci si deve riuscire, e sti cazzi che quello è un momento che verrà fermato per sempre e annesse paranoie. Nell'ottica sti cazzi ho infatti già buttato giù la voce del primo pezzo, I Sogni che si Fanno. Ci convince e ci cattura e va bene così.


Da domani si lavora ai synth, e i pezzi cominceranno a prendere la forma definitiva. Nel pomeriggio, con la voce oramai spoglia dai torpori mattutini, proverò a fare quante più voci possibile.


Nessun commento:

Posta un commento