martedì 19 novembre 2013

Giorno #3: le chitarre - parte 1

In ogni produzione che si rispetti deve accadere qualche imprevisto fastidioso, che va ad accrescere l’ansia generata dalle già numerose cose lasciate in sospeso: Franz ha perso delle parti a cui ha lavorato un giorno intero. Interessante. Ma niente paura, abbiamo perlomeno le tracce in Mp3, da cui estrarre ad una ad una le ottomila tracce, e risuonarle.



Io, Giovanni, nel pomeriggio ho iniziato a lavorare alle chitarre. Recentemente avevo finalmente comprato una Martin, chitarra più che decente di cui avevo bisogno da parecchio. Giusto in tempo. Si é comportata benissimo. Ovviamente la microfonazione doppia di Stefano Manca e la sala legnosa in cui mi trovavo hanno fatto il resto. Abbiamo condotto brillantemente un esperimento inedito: il barrè fisso umano , perché avevo dimenticato il mio di gomma e metallo a casa. Un audace e al contempo umile produttore artistico non si tira certo indietro di fronte a tali compiti ingrati. Le chitarre sono quasi complete, domani dovrei finire e dovremmo poi mettere a posto qualche pennata ribelle.



Il Sudestudio è una di quelle cose che quando le scopri sei pentito di non averle conosciute prima. Come la patata zuccherina del primo giorno: incredibilmente nessuno di noi ne aveva mai apprezzato il gusto fino a quel momento. E prima? Come avevamo potuto condurre esistenze rispettabili?





Si trova a 40 minuti da casa nostra eppure capita di entrarci e trovare in una saletta diversa dalla nostra, appartati e concentratissimi, un Dj italiano impiantato a Los Angeles e una cantante newyorkese intenti a produrre e creare. Qualcun’altro potrebbe girare un videoclip notturno senza che tu il giorno dopo ti accorga di niente, e qualche giorno prima di te potrebbe essere passato da lí un famoso cantante norvegese pop folk. Tutto questo tra Guagnano e Cellino San Marco, nelle campagne tra Lecce e Brindisi. Così tra la campagna e il mondo intero, si va avanti nelle registrazioni del disco senza ancora un nome.

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