mercoledì 27 novembre 2013

Giorno #9 e #10: Inizia il mix!


Da domenica è pausa per noi, lunga una settimana.
Amerigo e Stefano sono invece al lavoro dal mattino e alla sera come sempre. Siamo tutti tornati apparentemente alle nostre vite regolari, ma il pensiero non puó che andare al prossimo passo: ascoltare i primi missaggi. Come suonerá il disco? Come andranno a mescolarsi le infinite parti suonate in questi giorni e buttate giú a fiume? Per ora il tutto resta avvolto nel mistero. Abbiamo concluso un accordo con Amerigo per cui lo lasciamo lavorare senza importunarlo almeno i primi giorni, per impostare i suoni e avviare il lavoro. Poi cominceremo ad andarli a trovare e ascoltare. Restiamo perció in attesa. Credo neanche troppo, perché domani sera facciamo giá un’incursione al Sud Est e ci gustiamo i 2/3 pezzi che dovrebbero essere conclusi. A presto con l’aggiornamento sulle prime impressioni dei pezzi finiti!

martedì 26 novembre 2013

Giorno #07 e #08

Giorno #07: Ultime voci e tastiere.

Oggi è il giorno del mal di collo e del mal di testa e del mal di schiena. A ognuno un malanno a scelta: abbiamo passato sei giorni di fila da mattina a sera a lavorare, ed il fatto che ci piacesse non ci ha fatto rendere conto della stanchezza. Ma ogni tanto il fisico chiede il conto, e oggi è un giorno di quelli. Siamo riusciti a portare a casa quello che serviva. In generale non è stata una giornata diversa da quella di ieri se non fosse che abbiamo finito finalmente con i piani i synth e le tastiere ma soprattutto le mie voci! Domani siamo al castello di Grottaglie per delle riprese esterne di violino e fiati. Poi nel pomeriggio di corsa di nuovo qui allo studio per i controcanti di Giacomo e le percussioni che ci siamo lasciati alla fine. Domani sarà l’ultimo giorno di registrazioni e l’ho già scritto: ci dispiace. Appuntamento a Grottaglie.



Giorno 8: Violino Fiati Controcanti e Percussioni

Castello Episcopio di Grottaglie. Io e Franz arriviamo alle 11.00 e troviamo ad aspettarci Stefano Manca già a suo agio nella sala adibita alle registrazioni. Ha portato con se il kit del piccolo fonico ambulante e ha già montato tutto. Oggi siamo in trasferta perché volevamo che una parte delle registrazioni fosse legata a Grottaglie, la nostra città, anche come tributo al sostegno ricevuto dalla Proloco e dall’amministrazione comunale. Inoltre le sale del castello si prestavano bene a catturare alcuni suoni che vorremmo andassero nel disco. In realtà avremmo registrato qui molte più cose se non fosse stato troppo oneroso allestire uno studio mobile vero e proprio. Poco dopo il nostro arrivo anche Isabella Benone è al castello, pronta a incidere alcune tracce di violino su due pezzi del disco. L’atmosfera è perfetta. Immaginatevi un castello medievale, fuori un tempo di mite autunno e dentro noi, a farci cullare dalle note del violino e ad immaginare come suoneranno bene mixate a dovere sui pezzi. Dopo il violino tocca ai fiati, Damiano e Luciano dei Nitrophoska. Hanno aggiunto quello che gli avevamo chiesto di fare su uno dei pezzi del disco. Anche qui tutto alla perfezione. Un sax contralto, uno tenore e una tromba che si sono intrecciati egregiamente sul pezzo in questione (mistero). Riflettevamo con Franz su come le cose siano andate esattamente come volevamo durante quest’ultima settimana. Tutto quello che abbiamo fatto in questi giorni faceva parte dei nostri desideri e dei nostri piani. Penso che a volte certe macchine vadano solo avviate, poi vanno tranquillamente da sole.

La giornata non finisce qui, e dopo un pranzo con panino nel centro storico di Grottaglie, salutiamo Isabella, Damiano e Luciano e torniamo al Sud Est Studio per l’ultima session di registrazioni. Gran parte del lavoro è di Giacomo, ma io resto accanto a lui in sala registrazioni perché mancano solo i controcanti, e insieme ce li intoniamo prima di registrare. Giacomo è bravissimo, suona la batteria si, ma canta anche che è una bellezza. Nessun problema anche per lui. Dopo i controcanti tocca alle percussioni. Giacomo si fa un giro su tutto il percuotibile, su tutti le canzoni, e alle sette e mezza abbiamo finito. In una settimana abbiamo buttato giù tutto il disco, non che siamo dei mostri o dei geni, eravamo arrivati più o meno tutti preparati. Ora tocca più che altro ad Amerigo e Stefano per i missaggi.







Da oggi li verremo a trovare soltanto a sera, per ascoltare il lavoro della giornata e ci faremo quattro chiacchiere spassionate. Per l’ultimo giorno di registrazioni ci è venuto a trovare anche Alessandro, così ci siamo tutti a salutare questo studio e lasciare tutto nelle mani esperte del nostro produttore artistico e di Stefano, l’editor più veloce del Sud-Est. Ci facciamo un bicchiere-due di Negramaro, una goccia di Lagavulin 16 anni per brindare, e ci salutiamo con abbracci e sorrisi. Nel cuore una grande gioia per avere condiviso questa esperienza, per essere diventati un po’ più amici, o per aver scoperto nuovi amici, e con la consapevolezza di avere in comune un tesoro inestimabile, quello di fare musica, una cosa che a parole non ha senso spiegare ma che sappiamo bene quello che significa e quanto fortunati siamo ad esserci capitati dentro.

venerdì 22 novembre 2013

Giorno #6 Synth, tastiere e voci

Quando avevo sedici anni ho scritto una canzone che si chiamava Sedici anni, appunto.
Erano quattro strofe lunghissime senza un ritornello che si potesse ritenere tale, e raccontava delle turbe psichiche dell'adolescenza. A quel tempo usavo scrivere fiumi di parole in pieno stile Guccini, che oggi mi risulta tedioso, ma allora adoravo. Mi divertivo innanzitutto a scrivere, non mi consideravo un musicista né un cantante – cosa che spesso faccio fatica a fare anche oggi - e cantavo nascosto e sotto voce in casa. Così quando ho voluto tirare fuori questo pezzo ho chiesto a un amico se volesse cantare i miei brani, in un'ottica: io autore, lui interprete. Il risultato mi ha fatto capire che dovevo cominciare a cantare. Non fu tanto l'esecuzione tecnica, che era quella che era, ma l'interpretazione data al testo ad irritarmi. Non potevo lasciare le mie cose in mano a nessun altro. Ho capito che le canzoni erano delle mie creature, di cui ero gelosissimo, come figli, e a meno che non mi fossi rivelato un caso disperato, difficilmente le avrei date in adozione. Non capisco infatti come faccia ad esempio Mogol: ha scritto miliardi di canzoni bellissime, ma nessuno gliene ha mai visto cantare una. Voi lo avete mai visto cantare? Ha una voce così terribile? In ogni caso deve avere un animo davvero generoso, non egocentrico ed egoista come me. Oggi ho registrato la voce di un pezzo a cui tengo molto, e mi sono ricordato di quella volta in cui ho licenziato il mio amico. Doveva andare così, non avrei mai potuto godere della sensazione di ieri di stare nelle parole del testo, nel loro suono, gustarmi le sillabe e le sfumature, abbandonarmi al testo ed emozionarmi e commuovermi per cose che io stesso ho scritto. Incredibile. 

Oggi è stato comunque anche il giorno di Franz. Lo abbiamo spremuto fino al possibile.

Dalle nove della mattina alla sera alle sette, inchiodato al seggiolino del pianoforte a coda e del Fender Rodhes, del Farfisa e della tastiera, nonché del magico Wurlitzer. Il ragazzo non ha scampo. Deve suonare tutte le parti rimaste entro oggi. Lo troviamo carico fin dalla mattina e non ha incredibilmente mollato fino a sera. Non so se si dovrebbe dire, ma abbiamo scelto molti dei suoni, e soprattutto molte delle parti, in questo preciso giorno. Cose mai suonate prima, e da oggi magicamente nel disco. Questo anche perché qua al Sudest abbiamo la possibilità di suonare su piani elettrici vintage fantastici, e allora ci siamo lanciati nelle aggiunte creative. Le canzoni sono quasi tutte complete, siamo vicini ai missaggi. Credo riusciremo a finire le registrazioni entro domenica. Domani dobbiamo rifinire i piani e concludere con le voci. Ormai è quasi una settimana che io, Franz, Amerigo, Stefano (insieme a Giacomo e Alessandro nei primi giorni) condividiamo questo studio e possiamo dire che abbiamo un bellissimo equilibrio. Ci facciamo delle grandi risate ma lavoriamo tanto e di continuo. Insomma qua è sera inoltrata e dobbiamo staccare, ma non vediamo l'ora di essere già qui domani.

Giorno #5: I Synth e le voci

Siamo a buon punto. Abbiamo riversato quasi tutti i synth di Franz nella tracce registrate da noi in questi giorni, e adesso dobbiamo incastrarli per bene. Mancano pochi giorni alla fine delle registrazioni poi verranno i missaggi. Ci dispiacerà molto non viverci questo studio per giornate intere, in questa sospensione delle cose di ogni giorno a fare solo e soltanto quello che ci piace. Ho aspettato tanto questo disco e nei mesi precedenti alle incisioni fremevo letteralmente per la voglia di vederlo finito, in mano e ascoltabile. Adesso invece vorrei dilatare al massimo i tempi delle registrazioni. Vorrei che questa condizione sospesa di tranquillità finisse il più tardi possibile, non ho nessun pensiero al futuro e mi rendo conto finalmente di quanto sia liberatorio. Oggi è uno dei giorni per le voci. Mi aspettavo di dover avere molte più difficoltà, invece le canzoni stanno venendo fuori proprio come vogliamo che siano. Ovviamente lavoriamo su microfoni da paura, strumentazione in generale ottimale, e grazie alla disinvoltura di Stefano facciamo editing istantaneo se necessario - devo dire poco onestamente – ma come se non bastasse ho il mio musical trainer, Amerigo, che mi da le giuste dritte ogni volta che ne ho bisogno. Domani spero di finire tutte le voci così possiamo focalizzarci sui dettagli.

Anche oggi dal Sud Est Studio è tutto, arrivederci a domani per un nuovo racconto.





giovedì 21 novembre 2013

Giorno #4: Le chitarre e la pioggia - Parte 2

L'Italia è sotto la furia del Ciclone Cleopatra, come reciterebbero i migliori titoli delle peggiori testate.
Fatto sta che Cleopatra è passata a trovare anche noi e ci ha tenuto compagnia per l'intera mattinata, impedendoci di lavorare in alcun modo.


Stefano ha rischiato la vita tentando di fare qualcosa che non abbiamo ben capito all'impianto elettrico.
Quando i fulmini hanno smesso di venir fuori dalle casse monitor, dopo ora di pranzo, abbiamo potuto sistemare le chitarre di ieri e abbiamo cominciato a lavorare alle ultime rimaste.


Oggi ho un capotasto mobile vero e proprio, ma ho già grande nostalgia del capotasto umano.
Le chitarre sono andate più o meno lisce, e che mi piaccia o no, le pennate di questi giorni, con quest'intenzione qua, e non un'altra, saranno quelle che resteranno su questo disco. Questo è un pensiero che credo atterrisca chiunque entri in uno studio per incidere qualcosa da condividere poi con chiunque. Non bisogna pensarci, semplicemente bisogna far finta di suonare come le mille altre volte senza rifletterci più dì tanto.


Il discorso si fa ancora più teso quando si arriva alle voci. Dopo le chitarre abbiamo impostato la situazione voce per prepararci a domani. Per un cantautore, il discorso interpretazione è tutto, perché spesso – senza allusioni alcune al mio caso specifico – non si è avuto il dono gradito di una voce spacca-bicchieri o che ti vibra nello stomaco. L'idea di fare una voce piuttosto che un'altra, mi ha sempre donato una certa tensione. Ci sono infinite sfumature possibili: venature roche, sorrisi spontanei, sussurri, etc etc etc. Ma anche qui, la consapevolezza deve farsi da parte e l'istinto deve prendere il passo. In un modo o nell'altro ci si deve riuscire, e sti cazzi che quello è un momento che verrà fermato per sempre e annesse paranoie. Nell'ottica sti cazzi ho infatti già buttato giù la voce del primo pezzo, I Sogni che si Fanno. Ci convince e ci cattura e va bene così.


Da domani si lavora ai synth, e i pezzi cominceranno a prendere la forma definitiva. Nel pomeriggio, con la voce oramai spoglia dai torpori mattutini, proverò a fare quante più voci possibile.


martedì 19 novembre 2013

Giorno #3: le chitarre - parte 1

In ogni produzione che si rispetti deve accadere qualche imprevisto fastidioso, che va ad accrescere l’ansia generata dalle già numerose cose lasciate in sospeso: Franz ha perso delle parti a cui ha lavorato un giorno intero. Interessante. Ma niente paura, abbiamo perlomeno le tracce in Mp3, da cui estrarre ad una ad una le ottomila tracce, e risuonarle.



Io, Giovanni, nel pomeriggio ho iniziato a lavorare alle chitarre. Recentemente avevo finalmente comprato una Martin, chitarra più che decente di cui avevo bisogno da parecchio. Giusto in tempo. Si é comportata benissimo. Ovviamente la microfonazione doppia di Stefano Manca e la sala legnosa in cui mi trovavo hanno fatto il resto. Abbiamo condotto brillantemente un esperimento inedito: il barrè fisso umano , perché avevo dimenticato il mio di gomma e metallo a casa. Un audace e al contempo umile produttore artistico non si tira certo indietro di fronte a tali compiti ingrati. Le chitarre sono quasi complete, domani dovrei finire e dovremmo poi mettere a posto qualche pennata ribelle.



Il Sudestudio è una di quelle cose che quando le scopri sei pentito di non averle conosciute prima. Come la patata zuccherina del primo giorno: incredibilmente nessuno di noi ne aveva mai apprezzato il gusto fino a quel momento. E prima? Come avevamo potuto condurre esistenze rispettabili?





Si trova a 40 minuti da casa nostra eppure capita di entrarci e trovare in una saletta diversa dalla nostra, appartati e concentratissimi, un Dj italiano impiantato a Los Angeles e una cantante newyorkese intenti a produrre e creare. Qualcun’altro potrebbe girare un videoclip notturno senza che tu il giorno dopo ti accorga di niente, e qualche giorno prima di te potrebbe essere passato da lí un famoso cantante norvegese pop folk. Tutto questo tra Guagnano e Cellino San Marco, nelle campagne tra Lecce e Brindisi. Così tra la campagna e il mondo intero, si va avanti nelle registrazioni del disco senza ancora un nome.

lunedì 18 novembre 2013

Giorno #02: Il basso.

Oggi c’é il sole e non può che andare meglio di ieri, se possibile. 
Dobbiamo sistemare le batterie prima di chiamare Alessandro, il bassista, che ci segue “on-call” da casa. Più o meno la mattinata va via così tra Franz che completa le parti di synth e tastiere ( all’ultimo secondo, geniale o folle direi) ed Amerigo e Stefano che si spulciano i singoli colpi di cassa e charleston. Non che Giacomo sia andato così storto, anzi, ha fatto tutto quasi al volo e a click su metronomo come una locomotiva tedesca.


Io, Giovanni, leggo monografie sui Beatles, Rolling Stone, Bob Dylan che Stefano Manca gentilmente offre ai musicisti con le mani in mano mentre gli altri lavorano. Mi rendo conto così, per l’ennesima volta, che Bob Dylan ha fatto gran parte di ciò che lo ha reso eterno, in meno di quattro anni, e a 26 anni poteva anche ritirarsi padre di famiglia come fece per qualche tempo, perché il mondo lo aveva già cambiato ( interessante capire il soggetto di quest’ultima affermazione). Oggi si è bambini più a lungo e da vecchi si diventa finalmente giovani. In ogni caso, come ho imparato ieri sullo stesso libro, pare che il modo migliore per servire un'età sia tradirla.

Finita la digressione sul tempo, possiamo andare a pranzo. Oggi restiamo allo studio, o meglio una spedizione guidata da Ale, con me e Franz al seguito, tenta di portare un po' di cibo allo studio ma riesce a perdersi per le vie di Guagnano, alla ricerca della tavola calda di ieri, dove ci aveva condotto il nostro caro Stefano. Alla fine ce la facciamo, grazie alle indicazioni di un vecchissimo che vorrebbe indirizzarci a sinistra indicando verso destra. Oggi lasagna alle polpette di carne, condita con discorsi sul vegetarianismo.


Dopo pranzo tocca al Basso. Il suono che viene fuori dalla testata + cassa di Stefano e amplificato nella mega stanza tutta legno del SudEst ci coglie impreparati ma felici. E’ una vibrazione calda e potente che ti sostiene e ti rassicura, da oggi la batteria non sarà mai più sola.  Il resto è sorprendente: Ale finisce tutto in 3 ore. Bello, preparato e groovoso. Ha due bassi, uno cattivo, l’altro prepotente. A volte mescoliamo anche i suoni.  Siamo comunque puntigliosi, Ale forse perfezionista più di tutti, si rivede gli attacchi e le scale più contorte per rifarle al meglio ogni volta. Alla fine, non ci crede nemmeno lui che il suo lavoro al Sud Est studio é già finito, che se vuole potrà tornare, perché gli vogliamo bene, ma può anche seguirci comodamente da casa con uno di questi post scritti da l’uno o l’altro di noi.


Fuori i gatti si moltiplicano, i cani ci regalano scarafaggi a domicilio e ci prepariamo a un Natale con le mosche ed il caldo: siamo in campagna ed é fantastico, ma come se non bastasse stiamo registrando il mio primo disco, e ci stiamo divertendo.



domenica 17 novembre 2013

Giorno #01: La batteria

Sabato 16 novembre.

Ore 9.15. Mesagne-San Donaci-Guagnano, è la strada giusta (consigliata dal fisioterapista di Franz) per arrivare con disinvoltura al Sudestudio, luogo da sogno immerso nella campagna salentina, studio di registrazione tra i migliori di Puglia. Arriviamo e l'accoglienza informale di Stefano Manca, boss dello studio è eccezionale. Ci sentiamo subito a casa e un raggio d'ottimismo ci colpisce piacevolmente, pensando che nelle prossime due settimane, in questo ambiente, daremo anima e corpo per il disco. Ad attenderci Amerigo Verardi, un amico e una persona eccezionale, prima che produttore artistico del lavoro.

Il primo giorno di lavoro è dedicato alla batteria. Suoni e registrazioni, per quel che si potrà fare. Giacomo monta la sua Yamaha OAK nell'immensa sala riprese del Sudestudio. Microfonazione sistemata da Stefano e si parte con i suoni.


Franz, nel frattempo, si sistema nella cucina del Sudestudio con le sue tastiere (Un Korg M50 e un microkorg) per rifinire e registrare le parti di alcune canzoni. Sgama una sedia di pelle molto comoda nella sala regia e se ne appropria indebitamente, pensando alle ore che sarà costretto a stare seduto. Le ore proseguono inesorabilmente ed è arrivato il momento di pranzare.


"L'orecchietta" di Guagnano è il posto giusto. Arriviamo alle 14.00 e affamati come lupi rimaniamo esterrefatti del bancone-cibo posto davanti ai nostri occhi. Tra ravioli alla ricotta in salmone e verdure sott'olio e grigliate d'ogni specie, fino al gradito regalo di Toni, boss de "L'Orecchietta": la patata zuccherina. Must della tradizione contadina.


Si ritorna in studio ed è subito tempo di mettersi duramente a lavoro. Giacomo è un treno. In meno di quattro ore registra le parti delle otto canzoni che comporranno il disco. Franz termina le tastiere su "Invece il resto", momento dark del disco (una piccola anticipazione. E' buio. I colori del Sudestudio si spengono come le energie dopo otto ore di musica. E' tempo di tornare a casa. Domani, domenica, c'è da mixare la batteria e da registrare il basso.



sabato 16 novembre 2013

Si parte: Talentown!

Da oggi, sabato 16 fino al 30 di novembre, questo blog racconterà la produzione del disco di "Non Giovanni", prima selezione del progetto "Talentown".

Ogni sera un post con foto e racconti della produzione.

Alla produzione, il grande Amerigo Verardi, produttore e musicista brindisino (Baustelle, Virginiana Miller). in consolle Stefano Manca del Sudestudio, uno dei più interessanti studi di registrazione pugliesi.

Con Non Giovanni, a dare vita alle canzoni: Franz Lenti (arrangiamenti, piano e sintetizzatori), Alessandro Manigrasso (basso) e Giacomo Abatematteo (batteria).

Ma chi è Non Giovanni? Ve lo raccontiamo attraverso la sua biografia:


"Non Giovanni è uno tra i più chiari esempi di cantautore emergente che possiede tutte le qualità per poter andare avanti e presentarsi sulla scena musicale nazionale". (L'Argonauta)

"Questo ragazzo ha preso la cosa sul serio. Ha preso Battisti, Bennato, li ha portati in una dimensione più leggera, lì dove vivono i Bersani i Dente i Bugo e si è stabilizzato in mezzo alle corde di una chitarra chestrimpella e che rappacifica con il mondo. Talento che meriterebbe di essere portato alla luce perché cantautore, anzi cantastorie, italiano dotato di un’ottima penna. Demoni e fate, tutto dentro i testi che sembrano poesie e versi agrodolci, che guardano a Fabrizio De Andrè, all’ironia, alla leggerezza e al tramonto. Bravo questo Non Giovanni". (indieforbunnies.com)

"...un approccio cantautoriale che accomuna tanti artisti in Italia: l'uso della lingua italiana, la cura dei testi, i giochi di parole rivelano un'attitudine alla De André, e uno spirito scanzonato alla Rino Gaetano". (rockit)

"Un bel biglietto da visita, lontano da qualunque tipo di snobbismo o autocelebrazione che tanto affligge anche lo scenario emergente del Bel Paese... Una canzone d’autore fondata su un songwriting dalla doppia faccia: quella più classica e ancorata alla tradizione italiana (attenzione, non al neomelodico, sto parlando del filone più “degregoriano”) e quella più attuale". (outune.net)


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Non Giovanni, al secolo Giovanni Santese, ha vissuto per anni tra Roma e Bologna prima di ritornare a Grottaglie, la sua città natale. Un “umile servitore” della nuova canzone d'autore italiana, uno che ha preso l'attitudine dei mostri sacri del cantautorato e l'ha condotta in una dimensione pop più moderna e leggera, dal sound elettrico e colorato. Nei suoi testi racconta storie d’amore, storie quotidiane, storie di persone. Ha da poco prodotto insieme ad Amerigo Verardi (Baustelle, Virginiana Miller) due singoli (“Più televisivi che mai” e “Ma pensa”), due biglietti da visita che saranno accompagnati da videoclip in uscita prossimamente. É stato finalista regionale di Arezzo Wave Puglia 2013, vincitore delle selezioni provinciali di Taranto. Attualmente è in fase di pre-produzione per il suo primo lp ufficiale in uscita nei prossimi mesi.

venerdì 15 novembre 2013

Conferenza Stampa (Talentown)

Un progetto di sostegno agli artisti locali. E’ stato presentato, mercoledì 13 al Comune di Grottaglie, il progetto “Talentown”, promosso dalla Pro Loco di Grottaglie e patrocinato dal Comune di Grottaglie, Assessorato alla Cultura e alle Politiche Giovanili. Ogni anno, un artista nato a Grottaglie, legato al mondo dell’arte (musica, cinema, letteratura, teatro, pittura, ecc.)., avrà la possibilità di ricevere un fattivo contributo economico per sostenere la produzione di un suo progetto. La Pro Loco insieme all’Amministrazione Comunale, si fa talent scout dei talenti del territorio e, contemporaneamente, promuove la città attraverso l’espressività dei suoi “figli creativi”. Si parte con il disco del cantautore Non Giovanni, con la produzione artistica di Amerigo Verardi (Baustelle).

martedì 12 novembre 2013

Domani, conferenza stampa per "Talentown"

La SV, i colleghi giornalisti, fotografi e cineoperatori sono gentilmente invitati alla conferenza stampa di presentazione della prima edizione di "TalenTown", progetto di sostegno alla produzione artistica giovanile, realizzato dalla Pro Loco di Grottaglie con il patrocinio del Comune di Grottaglie, Assessorato alla Cultura e alle Politiche Giovanili.

Mercoledì 13 novembre 2013 alle ore 10.00

presso la sala consiliare del Comune di Grottaglie

Interverranno:

Ciro Alabrese - Sindaco di Grottaglie
Maria Pia Ettorre - Assessore alla Cultura - Comune di Grottaglie
Aurelio Marangella - Assessore alle Politiche Giovanili
Francesca Frisa - Presidente Pro Loco di Grottaglie
Giovanni Santese in arte "Non Giovanni" - Cantautore, selezione prima edizione "TalenTown".
Amerigo Verardi - Produttore e musicista.