lunedì 18 novembre 2013

Giorno #02: Il basso.

Oggi c’é il sole e non può che andare meglio di ieri, se possibile. 
Dobbiamo sistemare le batterie prima di chiamare Alessandro, il bassista, che ci segue “on-call” da casa. Più o meno la mattinata va via così tra Franz che completa le parti di synth e tastiere ( all’ultimo secondo, geniale o folle direi) ed Amerigo e Stefano che si spulciano i singoli colpi di cassa e charleston. Non che Giacomo sia andato così storto, anzi, ha fatto tutto quasi al volo e a click su metronomo come una locomotiva tedesca.


Io, Giovanni, leggo monografie sui Beatles, Rolling Stone, Bob Dylan che Stefano Manca gentilmente offre ai musicisti con le mani in mano mentre gli altri lavorano. Mi rendo conto così, per l’ennesima volta, che Bob Dylan ha fatto gran parte di ciò che lo ha reso eterno, in meno di quattro anni, e a 26 anni poteva anche ritirarsi padre di famiglia come fece per qualche tempo, perché il mondo lo aveva già cambiato ( interessante capire il soggetto di quest’ultima affermazione). Oggi si è bambini più a lungo e da vecchi si diventa finalmente giovani. In ogni caso, come ho imparato ieri sullo stesso libro, pare che il modo migliore per servire un'età sia tradirla.

Finita la digressione sul tempo, possiamo andare a pranzo. Oggi restiamo allo studio, o meglio una spedizione guidata da Ale, con me e Franz al seguito, tenta di portare un po' di cibo allo studio ma riesce a perdersi per le vie di Guagnano, alla ricerca della tavola calda di ieri, dove ci aveva condotto il nostro caro Stefano. Alla fine ce la facciamo, grazie alle indicazioni di un vecchissimo che vorrebbe indirizzarci a sinistra indicando verso destra. Oggi lasagna alle polpette di carne, condita con discorsi sul vegetarianismo.


Dopo pranzo tocca al Basso. Il suono che viene fuori dalla testata + cassa di Stefano e amplificato nella mega stanza tutta legno del SudEst ci coglie impreparati ma felici. E’ una vibrazione calda e potente che ti sostiene e ti rassicura, da oggi la batteria non sarà mai più sola.  Il resto è sorprendente: Ale finisce tutto in 3 ore. Bello, preparato e groovoso. Ha due bassi, uno cattivo, l’altro prepotente. A volte mescoliamo anche i suoni.  Siamo comunque puntigliosi, Ale forse perfezionista più di tutti, si rivede gli attacchi e le scale più contorte per rifarle al meglio ogni volta. Alla fine, non ci crede nemmeno lui che il suo lavoro al Sud Est studio é già finito, che se vuole potrà tornare, perché gli vogliamo bene, ma può anche seguirci comodamente da casa con uno di questi post scritti da l’uno o l’altro di noi.


Fuori i gatti si moltiplicano, i cani ci regalano scarafaggi a domicilio e ci prepariamo a un Natale con le mosche ed il caldo: siamo in campagna ed é fantastico, ma come se non bastasse stiamo registrando il mio primo disco, e ci stiamo divertendo.



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